Matteo Francomano

Matteo Francomano. Classe 1992. Palermo.
Il primo lavoro che decide di fare da piccolo è il cuoco; seguirà poi il gioielliere, il giornalista, lo scrittore
e il regista.
A 15 anni si innamora di una bellissima ragazza dai capelli col cenere e gli occhi azzurri e decide di seguirla in un laboratorio teatrale cercando invano di farsi notare da lei; tuttavia la passione per l’arte scenica vince l’afflizione per un amore non ricambiato e proseguirà l’esperienza del laboratorio per tutto il periodo del liceo, partecipando a numerosi saggi premiati nell’ambito di rassegne nazionali ed
europee.
Dopo la maturità classica prende parte a uno studio su La Sonata a Kreutzer da Tolstoj e Beethoven con la regista Gi.erre e l’attore Aurelio D’Amore, durante il quale emerge la volontà di fare del mestiere dell’attore la propria professione.
Dal 2012 inizia, dunque, un personalissimo progetto di autodistruzione che l’ha portato a collaborare con gli artisti della Piccola Compagnia Italiana, in qualità di attore, autore, assistente e capro espiatorio.
Nello stesso anno viene ammesso per errore presso l‘Accademia D’Arte Del Dramma Antico – Scuola di Teatro Classico “Giusto Monaco” (INDA) a Siracusa.
Matteo tenta in tutti i modi di convincere gli insegnanti del fraintendimento ma alla fine – forse prendendoli per stanchezza – si diploma nel 2015 con il saggio Lisistrata, per la regia di Mauro Avogadro.
Durante gli anni di formazione impara a parlare in italiano, a mangiare il formaggio e gode dell’occasione di partecipare ai cori delle Rappresentazioni Classiche per tre anni presso il Teatro Greco di Siracusa.
Matteo debutta da professionista a 23 anni al Teatro Biondo di Palermo nel ruolo di Serse, accanto ad Anna Maria Guarnieri, nello spettacolo I Persiani a Caporetto per la regia di Roberto Cavosi.
Dal 2013, inoltre, ha collaborato abitualmente al programma radiofonico Misosofica presso Radio Eco (UNIPI): palinsesto che ha fatto del dileggio verso la cultura e verso se stessi, oltre che una vocazione, un’istanza di poetica.
Dal 2016 vive a Roma.
Dal 2017 al 2020 è scritturato nello spettacolo Un borghese piccolo piccolo, nel quale ha interpretato il  ruolo di Mario Vivaldi.
Nel tempo libero si rifugia nei paesi della campagna marchigiana: spaventa i rispettabili cittadini delle contrade recitando ai crocicchi le tre streghe di Macbeth e coltiva sogni d’arte e di teatro, tra il sudore per una prova e un boccone di ciauscolo.
Ha lavorato, tra gli altri, con Valerio Binasco, Cristina Pezzoli, Roberto Andò, Moni Ovadia, Roberto Cavosi, Andrée Ruth Shammah, Roberto Herlitzka e Paolo Genovese

 

Altezza:     1.70
Capelli:      Castano chiaro
Occhi:        Castano chiaro
Lingue:      Inglese (ottimo)
Dialetti:    Siciliano, napoletano, romanesco
Skills:         Canto (tenore scuro), scherma scenica, tango coreografico